Normativa otoprotettori
UNI EN 352 | Parte 1, 2, 3
DPI
Regolamento DPI 2016/425
La normativa sugli otoprotettori entrata in vigore con il Regolamento DPI 2016/425, stabilisce i requisiti per la progettazione e la fabbricazione dei dispositivi di protezione individuale, allo scopo di garantire una maggiore protezione della salute e della sicurezza degli utilizzatori.
La normativa sugli otoprotettori con il regolamento entrato in vigore il 20 aprile 2016, passa le protezioni acustiche, dalla Categoria di rischio II alla Categoria III, la stessa di respiratori e prodotti anticaduta.
Il rumore intenso viene considerato un danno irreversibile per la salute e la scelta del giusto prodotto e di come viene utilizzato, diventano di vitale importanza.
I fabbricanti di otoprotettori saranno, quindi, soggetti a procedure più stringenti in merito a controlli di qualità (sia dei prodotti sia dell’intero sito produttivo).
Categoria III
La categoria III comprende esclusivamente i rischi che possono causare conseguenze molto gravi quali morte o danni alla salute irreversibili con riguardo a quanto segue:
- sostanze e miscele pericolose per la salute;
- atmosfere con carenza di ossigeno;
- agenti biologici nocivi;
- radiazioni ionizzanti;
- ambienti ad alta temperatura aventi effetti comparabili a quelli di una temperatura dell’aria di almeno 100 °C;
- ambienti a bassa temperatura aventi effetti comparabili a quelli di una temperatura dell’aria di – 50 °C o inferiore;
- cadute dall’alto;
- scosse elettriche e lavoro sotto tensione;
- annegamento;
- tagli da seghe a catena portatili;
- getti ad alta pressione;
- ferite da proiettile o da coltello;
- rumore nocivo.
Il nuovo regolamento è entrato in vigore il 20 aprile 2016, ma viene applicata dal 21 aprile 2018. Si ricorda che Regolamento (UE) 2016/425 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 9 marzo 2016 sui dispositivi di protezione individuale abroga la direttiva 89/686/CEE del Consiglio.
Conformità alla direttiva
La conformità alla normativa sugli otoprotettori viene stabilita dall’Ente Notificato attraverso l’utilizzo delle Norme Tecniche Europee (EN) armonizzate. Il DPI deve essere certificato CE da un ente notificato e il fabbricante deve essere dotato di un Sistema Qualità certificato CE che garantisca la costanza qualitativa del prodotto .
Come scegliere l’otoprotettore più adatto ?
Valgono i medesimi principi fondamentali per al scelta dei DPI
- Assicurare l’igiene nell’uso;
- Mantenimento della pulizia dell’attrezzatura;
- Manutenzione ed eventuale sostituzione nel caso di danneggiamento e/o di usura;
- Tipologia di mansione/lavoro e ripetitività/uso occasionale;
- Ambiente di lavoro (microclima, confinato, ecc.);
- Ergonomia;
- Scelta personale del lavoratore;
- Rischi particolari di salute del lavoratore.
Tipologie di otoprotettori
Diverse sono le tipologie di otoprotettori, disegnati per assolvere tutti alla stessa funzione cioè la protezione dell’udito da parte di chi li indossa. Le fogge permettono di assicurare un’ergonomia differente per l’utilizzatore; alcuni modelli sono monouso altri possono essere utilizzati per un periodo più lungo (pluriuso), assicurando anche nel secondo caso la protezione dai rumori sia continuativi sia impulsivi.
Requisiti e differenziazione
I requisiti di ciascun modello sono fissati dalla norma tecnica UNI EN 352, parte 1, 2 e 3, tutte del 2004, in sostituzione di altre più datate. Più specificatamente ricordiamo che la UNI EN 352 :
- parte 1 riguarda le cuffie
- la parte 2 gli inserti (i cosiddetti tappi auricolari)
- mentre la parte 3 le cuffie integrate all’elmetto
A seconda dei risultati emersi dalla valutazione, il datore di lavoro dovrà fornire dei protettori auricolari rispondenti ai requisiti di sicurezza CE definiti dalla norma EN 352 (EN 352-1 cuffie, auricolari, EN 352-3 cuffie per elmetto, EN 352-4 cuffie attive)
Pluriuso o monouso?
Dal punto di vista dell’utilizzo mentre le cuffie, con tutte le possibili varianti, sono esclusivamente pluriuso, gli inserti auricolari separati ovvero collegati fra loro da un archetto oppure da un cordone sono esclusivamente monouso (va sostituito il tappo ma non l’intelaiatura).
Quelli monouso vanno pertanto sostituiti ogni qual volta è terminato il loro uso; per questo motivo devono essere presenti dei dispenser tali da consentire la sostituzione, ogni qualvolta si renda necessaria.
Inconvenienti nell’utilizzo degli inserti auricolari
L’uso di inserti auricolari (tappi per le orecchie) è sicuramente igienico, dal momento che vanno ripetutamente sostituiti ma presentano alcuni problemi nell’inserimento, che può portare anche a dei traumi e conseguenze per la salute (traumatismo del timpano, con potenziale sordità).
Precauzioni
Nonostante i tappi antirumore per le orecchie vengano appositamente realizzati nel pieno rispetto della salute del lavoratore, alcune precauzioni si rendono indispensabili per abbattere i rischi a fronte di un utilizzo maldestro.
Inserimento dei tappi in profondità
Anzitutto, quando il tappo antirumore viene spinto troppo in profondità, il rischio di spostare e pressare eventuali accumuli di cerume nel canale uditivo o contro il timpano è reale. A titolo puramente precauzionale, i tappi antirumore dovrebbero essere spinti ad una profondità tale da riuscire ad afferrarli e rotearli facilmente per la loro rimozione dal canale uditivo. Eventuali tappi di cerume provocati da un utilizzo scorretto dei tappi antirumore possono comunque essere rimossi attraverso gocce addolcitori, lavaggio, curettage o, quando necessario, candele per orecchie.
Dopo l’applicazione dei tappi antirumore per orecchie, alcuni soggetti hanno accusato spiacevoli reazioni allergiche o simil-allergiche; tuttavia, la maggior parte dei tappi per orecchie vengono oggi realizzati con materiali sicuri ed ipoallergenici; pertanto tale possibilità è piuttosto rara.
Aumento della pressione
Un altro rischio legato ad un utilizzo inadeguato dei tappi antirumore è legato all’aumento della pressione nell’orecchio. Spingendo i tappi troppo in profondità, si potrebbe favorire un aumento della pressione dell’aria nel canale uditivo esterno, tale da creare un forte dolore all’orecchio. Tale possibilità aumenta quando si impiegano i tappi in schiuma (estremamente espansibili).
Rimozione del tappo antirumore
Anche la rimozione del tappo antirumore, quando eseguita in modo scorretto e frettoloso, potrebbe creare problemi; estraendolo, infatti, velocemente e con particolare forza, si viene a creare una pressione negativa, tale da “tirare” il timpano. Per evitare questo, è bene roteare più volte il tappo antirumore direttamente nel cavo auricolare prima di rimuoverlo.
La norma UNI EN 458: 2016 fornisce delle indicazioni per il corretto inserimento.
Si devono, inoltre, considerare anche i seguenti aspetti e situazioni negative:
- a) insufficiente deformazione dell’inserto auricolare;
- b) insufficiente inserimento in profondità dei tappi nel condotto uditivo;
- c) troppo breve fissaggio dei tappi per le orecchie inseriti all’interno del canale uditivo
- d) dimensioni inadeguate dei tappi per le orecchie.
Otoprotettori a cuffia
Le cuffie più moderne consentono un controllo attivo della riduzione del livello del rumore e la comunicazione audio. Anche le caratteristiche di questi modelli sono disciplinati da altre parti della norma UNI EN 352.
Quando preferire gli otoprotettori monouso e pluriuso?
Similmente agli aspetti presentati in precedenza con riferimento alle modalità di utilizzo di un otoprotettore monouso, che presenta sicuramente maggiori problematiche rispetto alle cuffie, ci viene in aiuto per la risposta la norma UNI EN 458, in relazione alle condizioni “ambientali” di lavoro. A tal fine si riporta la Tabella 1 che presenta una sintesi operativa per la scelta Le considerazioni fatte sono frutto di indicazioni della norma, adattandole alle specificità operative delle situazioni.
Metodi per la scelta dell’otoprotettore in base all’attenuazione
per banda in ottava
H,M,L
SNR
Il metodo più utilizzato in assoluto e l’SNR, che si calcola partendo dal livello di rumore presente nell’ambiente, sottraendo da esso il valore SNR del nostro protettore e se il risultato sarà inferiore a 85 dB(A) avremo il protettore idoneo. Inoltre, è importante verificare le caratteristiche dell’ambiente di lavoro e dell’attività lavorativa per individuare un otoprotettore che abbia un buon indice di confortevolezza.
